Perché è importante conoscere questo parametro?
In pratica ci fa capire quanto “rimbalziamo” durante una corsa, inoltre dobbiamo sapere che l’energia spesa per andare in alto è tutta energia tolta all’avanzamento. Innanzi tutto le fasi che caratterizzano la corsa possono essere riassunte in:
1) Fase di spinta
2) Fase di volo
3) Fase di appoggio
Durante la fase di volo il nostro corpo non solo andrà a proiettarsi in avanti ma per ovvie ragioni si porterà ad andare anche verso l’alto. Ecco questa è l’oscillazione verticale, cioè il momento in cui il piede spinge in maniera verticale il nostro corpo. Questo però risulta essere influenzata anche dalla velocità e lunghezza del passo.
Avere un’oscillazione molto alta (calcolata in cm) durante la fase di volo vale a dire una maggiore pressione sugli arti inferiori durante la fase di appoggio. Questo si traduce in una corsa poco economica con un maggior dispendio energetico ed un aumento dei rischi di infortuni a carico di articolazioni, muscoli e tendini nella zona interessata (infiammazione, fratture da stress…).
Basti pensare anche che durante la fase di appoggio ogni singolo piede dovrà sopportare tutto il peso del nostro corpo (seppur bilanciato), che moltiplicato per minuti/ore durate un’attività sarà sollecitato una quantità spropositata di volte. Una riduzione la si può ottenere spostando il proprio baricentro in avanti, ma non troppo, ovvero in leggera flessione rispetto alla posizione neutra (questo dipende anche dal tipo se velocista o fondista), ottenendo uno stile di corsa più efficace.
Q.G.